DEONTOLOGIA TRA GUARDIE E CITTADINI

 Un valore che normalmente non è oggetto di riflessione è il rapporto che intercorre tra gli Agenti Ambientali, quando escono in servizio esterno, e i cittadini per i quali operano.

Ognuno nella propria vita, sia pubblica che privata, intesse rapporti sociali con gli altri e, forte delle proprie esperienze personali, pensa di poter applicare quanto ha acquisito in un servizio collaterale, che solitamente si esprime in un’attività volontaria.

L’errore di fondo è la considerazione che l’attività di Guardia Volontaria sia subordinata agli impegni quotidiani e che per svolgerla basti una media preparazione fisica con una minima cultura sulla norma che si deve applicare.

Considerando che l’attività della Guardia Volontaria è prioritariamente divulgativa, con scopo anche educativo nei confronti di coloro che scelgono un approccio diretto con la natura non bisogna dimenticare che la stessa figura, collocata in posizione intermedia tra l’educatore e l’accompagnatore, è anche, per obbligo di legge, un agente di controllo e di repressione delle infrazioni.

Viene da sé che la Guardia Volontaria non è un volontario che trascorre del tempo in ozio nella natura, ma di fatto un Agente Ambientale con precisi obblighi e doveri, dettati dalle qualifiche che gli vengono attribuite. Da qui la necessità di una deontologia tra gli operanti sia in caso di soccorso educativo che di repressione dei reati e delle infrazioni, affinché possano essere in armonia con il cittadino-utente.

Quanto già accennato sui diritti/doveri deve ricordare che ogni azione compiuta fa fede fino a prova di falso e che il Codice Penale non lascia spazio ad interpretazioni personali, scuse o frasi tipo “tanto sono un volontario, al massimo mi cacciano”.

Bisogna sempre avere presente il fatto che la responsabilità penale è personale. Diventano quindi fondamentali i seguenti comportamenti:

  • Rispetto reciproco tra gli Agenti e uniformità d’azione affinché quando si rivolgono al cittadino-utente non debbano mai avere contrasti tra di loro, poiché tale fatto provocherebbe una mancanza di credibilità, vanificando ogni cosa fatta o detta e creando grave pregiudizio nei confronti dell’Agente che ha verbalizzato un’infrazione.

  • Riconoscimento tra gli operanti di un responsabile, o capo pattuglia se preferito, che si rende necessario poiché, nelle occasioni in cui la tempestività d’azione obblighi a scelte immediate, vi sia un preposto a questo compito. Si ricordi che chi ha la responsabilità della pattuglia è anche responsabile per quanto viene svolto in generale, incluse quindi le azioni di chi con lui effettua il servizio.

  • Atteggiamento responsabile e rispettoso nei confronti dei cittadini che va mantenuto in caso di soccorso, di informazione, di controllo o di repressione, evitando in qualunque caso discussioni e polemiche che potrebbero innescare un meccanismo tale per cui il cittadino, da reo di mancata osservanza delle regole, diventerebbe vittima vessata dagli Agenti.

  • Aspetto formale, primo passo nel rispetto fra Guardie Volontarie e cittadini, poiché pur nella miriade di uniformi con cui si è abituati a convivere, il decoro di quanto indossato pone le Guardie a riferimento per le persone che si incontrano nello svolgimento del servizio.

L’uniforme fuga timori e nello stesso tempo crea quello che, per formalità, è il distacco che deve intercorrere tra i cittadini-utenti e chi svolge un servizio. Quindi la divisa deve essere indossata in modo corretto e non personalizzata, poiché la prima impressione che si dà è il biglietto da visita nei confronti degli interlocutori che spesso, prima ancora di conoscerli, hanno già giudicato gli Agenti Ambientali sulla base del loro aspetto e dei loro atteggiamenti.

A quanto enunciato sul comportamento, bisogna aggiungere che ogni singola Guardia Volontaria dovrebbe avere una conoscenza generale delle leggi che applica, in considerazione che questi strumenti permettono un adeguato svolgimento del loro servizio. È d’obbligo, quindi, avere una visione generale della normativa, senza limitarsi alla sterilità del singolo articolo o parte di esso.

Altro capitolo è quello della sicurezza operativa, parte integrante del rapporto con l’utenza, affinché quanto praticato, a maggior ragione poiché volontario, non debba ledere chi svolge il servizio.

Il servizio deve essere svolto in pattuglia di almeno 2 Guardie Volontarie, anche di tipologia diversa (GV Caccia, GV Pesca, GEV, ecc...) anche se il controllo e l'eventuale sanzionamento delle infrazioni deve essere svolto esclusivamente dalla/e Guardia/e abilitata/e per la singolo materia; la Guardia non competente per materia funge solo da testimone ai fatti verbalizzati.

Il servizio deve essere preventivamente comunicato al Coordinamento dell'Associazione che provvede a segnalarlo alla Provincia (in materia di caccia e pesca) alla quale poi indirizza il risultato del servizio (controlli eseguiti, verbali elevati, ecc...).